
VELIA SACCHI
"Io non sto a guardare"
Vita, opere e memorie di una donna del XX secolo
Velia Sacchi nasce a Bergamo il 20 marzo del 1921. Dopo il Liceo Classico studia all'accademia di belle arti Carrara di Bergamo (dove riesce ad entrare solo come auditrice in quanto allora preclusa alle donne).
Nel 1941 grazie ad una sua compagna di scuola, Mimma Quarti, prende contatti con esponenti del Partito d'Azione. Entra attivamente nella resistenza con la cosiddetta "Banda Turani" aiutando perseguitati politici a passare clandestinamente il confine con la Svizzera.
Nel 1943, già sposata e madre di una figlia, oramai legata al Partito Comunista, dopo un arresto entra in clandestinità con il nome di battaglia di Francesca Brazzi vedova Antonino. A Milano , dove si era trasferita, si occupa della redazione e la diffusione dell'Unità clandestina allora diretta da Giorgio Amendola.Dopo la guerra, scrive e poi dirige il "lavoratore Bergamasco" poi, si trasferisce a Roma, alla redazione centrale dell'Unità. Qui, per motivi di salute, abbandona l'attività politica attiva e torna al suo lavoro artistico.
Muore a Roma nel 2015.

